“LIBERA”

Ma libera di fare cosa?

Una persona è “libera” quando in tutto e per tutto esprime la propria opinione, e realizza la propria volontà.

Una persona è “di libera” quando in modo ostinato segue e protegge i diritti di ogni uomo, si impegna nella lotta civile alla Mafia, contro l’inquinamento morale della nostra nazione.

Questa è stata la base dell’incontro con i membri dell’associazione “libera”.

L’impressione non era di persone che si limitano in qualche modo a trasmettere delle informazione e a rispondere a domande, la cui risposta si troverebbe senza problemi su internet.

No. Erano veri e propri cavalieri, che prendono parte in una lotta che coinvolge laici e religiosi, donne e uomini, così come adulti e noi ragazzi.

Noi, che così personalmente ci siamo sentiti chiamati a raccolta, siamo stati resi a nostra volta cavalieri, componenti di un’associazione più grande delle associazioni mafiose e più potente dei giornali.

“il termine “mafia” è da sempre un termine lontano da me e dalla mia realtà. Se vi aiuto, voi mi assicurate che il mio aiuto servirà a qualcosa? Mi assicurate che non sarà vano il mio NO al caporalismo, ad una società basata sulla banca dei favori e sull’oscurantismo?

“come ti chiami?”

“jacopo”.

“sì, jacopo, il tuo aiuto servirà.”

Abbiamo imparato che la mafia può arrivarci molto vicina, e può ferire: la ragazza mandata dall’associazione ha, infatti, dato la propria testimonianza circa la morte del padre e ci ha mostrato il suo dolore.

Non si poteva rimanere impassibili per quanto, ancora oggi, lei stia soffrendo. La mafia le ha lasciato una cicatrice dura a guarire e, d’altronde, sarebbe strano se così non fosse.

La cosa più sconcertante è che non serve arrivare in Sicilia: i mafiosi possiamo incontrarli qui, alle nostre spalle, a Latina, in alcuni quartieri di Roma.

Testimoniare le ingiustizie ricevute non è facile, così come trovare il coraggio di convertirle in opere di valore.

Il nostro NO, probabilmente, non manderà in banca-rotta la banca dei favori ma servirà a scuotere tutti coloro che ancora investono in essa i propri risparmi.

Servirà a togliere ai mafiosi le loro proprietà, i loro beni e a trasformarli in centri di accoglienza e di formazione, in campi di lavoro e coltivabili.

“Il caporalismo e la banca dei favori garantisce un lavoro immediato. Non è facile rinunciarci, costa fatica e poi a che serve?”

“Dobbiamo rendere testimonianza alla Verità” direbbe Don Luigi Ciotti, altro esponente di LIBERA.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” direbbe Gandhi.

“Vale la pena provare” dico io, che ho assistito alla conversazione e ho inaspettatamente scoperto questo mondo che non vive poi così distante da me, ma sta sulla soglia della porta.

Formare al Foscolo un presidio di LIBERA, una roccaforte nella lotta alla mafia, può divenire lo stendardo del nostro NO e può essere da esempio a tutte le scuole che sono attorno a noi, affinché, al cospetto di una fitta rete di ingiustizie, qual è la mafia, si dirami una fitta rete di verità e di coraggio che istruisca persone libere e consapevoli.

 

Jacopo Del Gobbo ( 5 sez. F)

 

 
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